Pizzo Cavergno
Informazioni
Data: | 11 agosto 2023 |
Altezza Massima: | 3223 m |
Dislivello positivo: | 1530 m |
Dislivello negativo: | 2380 m |
Lunghezza: | 20 km |
Chilometri sforzo: | 43.2 kmsf |
Durata: | 11 ore e 30 minuti |
Capanne raggiunte: | Capanna Basodino |
Difficoltà
Commento
A un anno di distanza dalla mia salita al Basòdino, oggi torno nella stessa zona ma per scalare il vicino Pizzo Cavergno. Come l'anno scorso salirò fino a Robiei prendendo la teleferica che parte da San Carlo (19.- franchi corsa semplice; 24.- franchi andata e ritorno) per poi al ritorno scendere a piedi visto che so già di non riuscire ad arrivare in tempo a prendere l'ultima corsa (16:45).
Dalla stazione d'arrivo della funivia comincio quindi a camminare lungo il sentiero che sale a Randinascia per poi dirigermi verso il bivio a quota 2221 metri. Questa volta però seguirò il sentiero più occidentale rispetto all'anno scorso per poter vedere la grotta dell'Acqua del Pavone, quella con lo sviluppo maggiore del Canton Ticino (oltre 3 km). A circa 30 metri dal sentiero è possibile vedere il vecchio inghiottitoio dove un tempo scorreva il fiume. Ottanta metri più ad ovest è invece presente il nuovo inghiottitoio dove il fiume scorre tutt'ora. La sua acqua, dopo essere entrata nella grotta, percorrerà circa 800 metri prima di ritornare il superficie sopra il Lago del Zött.
Tornato sul sentiero, raggiungo il bivio a quota 2221 metri e ricomincio a salire in direzione del Ghiacciaio del Basòdino seguendo lo stesso itinerario dell'ultima volta. Arrivato a quota 2560 metri però, invece di seguire gli ometti di pietra verso sud-ovest, ho voluto provare a seguire il sentiero che prosegue verso ovest-sud-ovest e che è marcato anche sulla carta nazionale. Lungo questo percorso è presente una traccia che in certi tratti è ben visibile mentre in altri scompare quasi del tutto. Non è comunque difficile da percorrere. Arrivato a quota 2740 metri, la traccia finisce e si prosegue verso sud seguendo gli ometti di pietra. Verso quota 2800 metri c'è una piccola cresta da superare. All'andata l'ho attraversata un po' troppo in alto e sono poi dovuto scendere dall'altra parte perdendo un po' di quota. Al ritorno invece sono passato più in basso (vedi foto). Ho quindi raggiunto la base del ghiacciaio esattamente nel punto dove ero arrivato l'anno scorso. Direi che il percorso seguito quest'anno però è più facile perché non presenta passaggi di II grado di arrampicata.
Indossati i ramponi, comincio a risalire il ghiacciaio che anche questa volta è completamente scoperto. Di crepacci ce ne sono pochi e tutti tra quota 3100 e quota 3120 metri. Dopo averli aggirati, alcuni sulla destra e altri sulla sinistra, arrivo all'ultimo tratto di ghiacciaio, quello più ripido, che raggiunge circa i 30° di pendenza. Lo risalgo facendo attenzione fino a raggiungere la bocchetta a quota 3152 metri. Tolgo quindi i ramponi e comincio a scalare la cresta sud del Pizzo Cavergno restando leggermente sulla destra perché sulla sinistra è presente un precipizio. La roccia è parecchio instabile e i sassi non offrono sempre una presa sicura perché alcuni si staccano. Ogni tanto è presente una traccia che però è formata da ghiaietta e c'è il rischio di scivolare. Risalita la cresta arrivo finalmente in cima dove trovo un ometto di sasso e nient'altro.
Dopo la pausa pranzo ridiscendo per la stessa via dell'andata fino a tornare al bivio a quota 2221 metri. A quel punto decido di scendere verso il Lago del Zött per vedere la risorgente dell'Acqua del Pavone, dove il fiume visto in precedenza ritorna di nuovo in superficie. Il sentiero da quel lato all'inizio è abbastanza bello ma poi, dove è presente il tratto più ripido, è abbastanza rovinato e pieno di vegetazione. Arrivato a livello del lago, in un punto il sentiero prosegue sotto la superficie dell'acqua e per seguirlo bisognerebbe continuare a nuoto. Chi l'ha progettato non ha pensato evidentemente che il livello dell'acqua di un lago artificiale può variare nel tempo. Io passo più in alto e raggiungo un fiume in piena, con una corrente d'acqua abbastanza forte, che sembra insuperabile. Di tornare indietro però non se ne parla perché avrei dovuto rifare 270 metri di salita. Provo quindi a risalire il fiume per una decina di metri fino a quando non trovo un punto un po' più largo dove ci sono alcune rocce su cui saltare per tentare l'attraversamento. Con un po' di fatica riesco finalmente a passare, anche grazie al fatto che avevo con me i bastoni che potevo appoggiare sul fondo del fiume. Devo dire che quello appena percorso è il sentiero ufficiale più brutto che abbia mai visto e lo sconsiglio vivamente a tutti. Poi però migliora e riesco ad aggirare tutto il lago fino in fondo. C'è solo un breve tratto un po' esposto ma attrezzato con cavi e scalini prima di arrivare alla diga (vedi foto). Questo pezzo però può essere aggirato seguendo un altro sentiero, segnato anche sulla carta nazionale, che passa una decina di metri più in alto.
Seguendo la strada torno quindi a Robiei e proseguo fino alla Capanna Basodino. A quel punto imbocco il sentiero che scende a San Carlo che raggiungerò dopo più di 2 ore. Dopo un'ultima salita di 57 metri ritorno di nuovo al parcheggio della funivia, dove si conclude questa lunga gita.
Acqua
C'è una fontana al parcheggio della teleferica, una a Robiei e una vicino alla Capanna Basodino. Tra Randinascia e quota 2300 metri ci sono diversi ruscelli ed in seguito se ne trovano ancora altri sul Ghiacciaio del Basòdino. Al ritorno ho poi trovato ancora alcuni fiumi a sud del Lago del Zött.
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